Categoria: Culturali
Vicenza, un salto in libreria
Autore: 1 Data: 02/03/17
Con Associazione Amici dei Libri scopriamo alcuni suggerimenti utili per una buona lettura
Se hai sofferto puoi capire - Storia mia e della malattia che non posso svelare a nessuno (Chiare Lettere) è una storia vera che commuove e fa riflettere. Giovanni F. è un bambino nato sieropositivo, in cura presso il reparto malattie infettive pediatriche dell’Ospedale Sacco di Milano. Grazie ai medici che ci lavorano l’abbiamo conosciuto e ci ha subito travolto con la sua leggerezza, l’entusiasmo e la voglia di vivere. Questa è la sua storia ma anche la storia di una malattia, l’Aids, di cui si parla sempre meno, nonostante i casi di contagio, soprattutto nelle categorie non a rischio, siano in aumento. Non con una denuncia ma con la voce e il linguaggio di un bambino che sta cercando la sua strada per essere felice, questo libro affronta un tabù per diffondere anche una cultura della prevenzione. "Sì, ora ve lo dico, ma promettetemi che andrete avanti a leggere. Non fate scherzi. L’ho saputo da poco pure io, me l’ha detto mia mamma, perché è capitato, ma com’è andata lo leggerete più avanti. Dopo ha voluto parlarmi la psicologa e anche la dottoressa che mi conosce da quando sono nato (è parecchio seria la dottoressa ma anche parecchio simpatica e gentile). Mi chiamo Giovanni ho dodici anni (quasi tredici) e sono nato con l’Hiv. Non lo sa nessuno, a scuola, alla polisportiva, all’oratorio, ma ho un gruppo di amici che lo sanno eccome e mi hanno istruito come in una piccola confraternita".

Con La terra si muove (Marcos y Marcos) il marchigiano Roberto Livi racconta una storia attualissima, quella di un uomo tra lavoro avventizio, amori difficili e madre anziana da gestire. Una piacevole scoperta nella nuova letteratura italiana: al tempo stasso comico e tenero nel suo equilibrio instabile, tra difficoltà e dolori, incanta con il suo stupore divertito, l'umorismo acutio, la lucidità con cui vede gli altri e se stesso. La casa che il padre gli ha lasciato scivola lentissimamente sopra una frana; le crepe si allargano un decimo di millimetro al giorno e la madre ottantenne non vuol saperne di muoversi di lì. I sonniferi finiscono sempre troppo in fretta, e nel concorso di poesia per poesie tristi la sua arriva seconda. La prima donna della sua vita non si è mai accorta dei suoi lunghi appostamenti accanto al frigo dei gelati, la seconda ha una bellezza nascosta, tanto nascosta che può vederla soltanto lui. La terza donna invece è di una bellezza che piace a tutti, un nome molto difficile da pronunciare, e lavora a Riccione la notte con un vestito che le ha comprato lui.

Roberto Giovanni Timossi, già consigliere di amministrazione del Festival della Scienza di Genova ed editorialista del quotidiano Avvenire, con Perché crediamo in Dio (San Paolo edizioni) racconta le ragioni della fede cristiana nel mondo contemporaneo. È sempre più difficile per il credente vivere in una società come l’attuale, nella quale una certa interpretazione della scienza sembra negare l’esistenza stessa di Dio? La fede cristiana è sottoposta più di ogni altra a critiche e a veri e propri attacchi sulla base dell’assunto che essa sarebbe del tutto contraria alla ragione e inconciliabile con le conquiste scientifiche. Timossi fornisce ai credenti uno strumento per rispondere ai dubbi sollevati dalla cultura contemporanea e per consentire a tutti di proporre a testa alta e a viso aperto la propria fede, rintuzzando se occorre le tesi dei non credenti. La sua riflessione muove a partire dalla filosofia greca fino alla scienza contemporanea. Parafrasando Jean Guitton, alla fine ogni uomo si trova sempre a dover scegliere tra l’assurdo, ovvero il nulla, e il Mistero; ed è più ragionevole scegliere il secondo piuttosto che il primo, come fanno da sempre i cristiani.

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