Categoria: Culturali |
Letture per approfondire la storia |
Autore: 1 Data: 05/12/17 |
In collaborazione con l'associazione Amici del Libro, segnaliamo altri tre recenti libri che troverete nelle migliori librerie vicentine |
Immagini e scrittura nella Biblioteca Apostolica Vaticana di Francesca Manzari e Ambrogio Piazzoni (Jaca Book) è un nuovo elegante e prezioso libro strenna che presenta una storia della produzione della Bibbia e della sua illustrazione, dalle origini alla nascita del libro a stampa, e aiuta a comprendere i modi in cui la Bibbia ha nel tempo assunto la forma di libro e dei riflessi che ciò ha avuto nella storia della cultura dell’umanità. Per farlo utilizza un luogo fra i più adatti, la Biblioteca Apostolica Vaticana, che custodisce una notevole collezione di testi biblici, in decine di lingue differenti, conservati in migliaia di manoscritti prodotti dalla fine del ii secolo a oggi. I numerosi esempi selezionati sono stati scelti per la qualità e per l’interesse del testo o delle immagini e sono organizzati in tre sezioni, con saggi e approfondimenti scritti dai più autorevoli specialisti internazionali nel campo della filologia biblica e della storia dell’arte della miniatura. Nella prima parte viene messo a fuoco il testo, a partire dai più antichi testimoni redatti in greco per i primi cristiani. Con il passare del tempo la Bibbia, specialmente per il suo carattere sacro, venne arricchita da immagini di altissimo livello, con una produzione straordinaria che viene presentata nella seconda parte attraverso i codici biblici miniati dal Medioevo fino al Rinascimento. La terza e ultima parte è dedicata ai diversi usi del testo biblico, quando lo studio del testo rese necessarie nuove forme fisiche dei codici della Bibbia, arricchiti per ospitare commenti o annotazioni utili alle celebrazioni.
Tra le molte pubblicazioni dedicate a Caporetto in questi mesi in libreria, segnaliamo quella di Laterza scritta da Alessandro Barbero, un corposo ed esauriente volume che racconta una delle pagine più tristi della storia italiana: il 24 ottobre 1917 i cannoni austro-tedeschi cominciarono a colpire le linee italiane. All’alba le Sturmtruppen, protette dalla nebbia, andarono all’assalto. In poche ore, le difese vennero travolte e la sconfitta si trasformò in tragedia nazionale. Oggi sappiamo che quel giorno i nostri soldati hanno combattuto, eccome, finché hanno potuto. Da un secolo la disfatta di Caporetto suscita le stesse domande: fu colpa di Cadorna, di Capello, di Badoglio? I soldati italiani si batterono bene o fuggirono vigliaccamente? Ma il vero problema è un altro: perché dopo due anni e mezzo di guerra l’esercito italiano si rivelò all'improvviso così fragile? L’Italia era ancora in parte un paese arretrato e contadino e i limiti dell’esercito erano quelli della nazione. La distanza sociale tra i soldati e gli ufficiali era enorme: si preferiva affidare il comando dei reparti a ragazzi borghesi di diciannove anni, piuttosto che promuovere i sergenti – contadini o operai – che avevano imparato il mestiere sul campo. Era un esercito in cui nessuno voleva prendersi delle responsabilità, e in cui si aveva paura dell’iniziativa individuale, tanto che la notte del 24 ottobre 1917, con i telefoni interrotti dal bombardamento nemico, molti comandanti di artiglieria non osarono aprire il fuoco senza ordini. Barbero offre una nuova ricostruzione della battaglia e il racconto appassionante di un fatto storico che ancora ci interroga sul nostro essere una nazione. |