Categoria: Culturali
Italia: dal voto alle donne alla politica attuale
Autore: 1 Data: 15/06/16
Con l'associazione Amici del Libro suggeriamo alcune letture interessanti molto utili per il momento attuale della nostra società: due di queste presentate a Vicenza nei giorni scorsi
Il voto alle donne ha compiuto 70 anni e per festeggiare l’importante anniversario la Biblioteca Bertoliana di Vicenza ha organizzato nei giorni scorsi a Palazzo Cordellina l’incontro con la scrittrice Maria Rosa Cutrufelli, autrice del romanzo Il giudice delle donne (Frassinelli Editore), che offre l’occasione per ricostruire il lungo percorso verso la realizzazione della cittadinanza attiva delle donne in Italia. Il giudice delle donne, scrive l’autrice, "è un libro nato per caso" durante una vacanza a Senigallia: mentre passeggiava per le vie del paese il suo sguardo si fissò su una targa commemorativa affissa sulla parete esterna del municipio per ricordare le prime elettrici d’Italia. La curiosità la spinse a documentarsi e a ricostruire l’episodio, ridando volti e voci alle protagoniste di quella storia dimenticata e ignorata di tanti anni fa. Siamo nel 1906 a Montemarciano, paese in provincia di Ancona che guarda l’Adriatico; qui dieci maestre, capeggiate da Luisa la moglie del sindaco socialista, accolgono l’appello di Maria Montessori e chiedono il diritto di voto, quel suffragio universale che in realtà riguardava esclusivamente i maschi. Il romanzo racconta una “storia vera”, mescolando la verità alla finzione, andando a disseppellire dagli albori del secolo scorso un episodio simbolicamente rilevante, riscrivendo così la storia delle dieci maestre abruzzesi che nel 1906 si mobilitarono per vedere riconosciuto, per via giuridica, il loro diritto di elettrici. Con la loro azione simbolica le maestre marchigiane attirarono l’attenzione dell’opinione pubblica sui diritti politici delle donne e aprirono un varco verso la possibilità di cambiamento. Il romanzo ricostruisce il contesto storico: la scarsa alfabetizzazione delle ragazze, la povertà materiale e culturale della società contadina dove il lavoro minorile era la regola, i pregiudizi nei confronti delle donne e di quelle istruite in particolare, il perbenismo della società borghese e piccolo borghese.

Rimanendo in tema di società italiana - e anche in questo caso si tratta di un libro presentato a Vicenza, Basilica Palladiana - il professor Marco Almagisti, politologo e docente di scienza politica all'Università di Padova, ha presentato il suo Una democrazia possibile. Politica e territorio nell'Italia contemporanea (Carocci Editore). "Gli avvenimenti ai quali stiamo assistendo in questi mesi e che toccano pesantemente la nostra realtà locale mettono se possibile ancor più in evidenza come i comportamenti non corretti di una classe dirigente e delle persone che hanno avuto ed hanno responsabilità nella Cosa Pubblica sono sicuramente tra le cause di una bassissima fiducia nelle Istituzioni – ha detto il consigliere comunale Raffaele Colombara -. Se la nostra democrazia non se la passa molto bene, ciò è dovuto anche a questo". L'autore del libro sottolinea come siamo alla Terza Repubblica ma i problemi della Prima sono ancora là, se possibile aggravati anche per effetto della crisi economica che sta caratterizzando i nostri anni. L’Italia, in particolare, deve affrontare le conseguenze di una crisi politica che venti anni fa ha fatto naufragare un intero sistema partitico, evento pressoché unico fra le democrazie consolidate. Le aspettative di rinnovamento che si erano create nei primi anni Novanta sono andate deluse e oggi appaiono sulla scena protagonisti che tesaurizzano lo scontento sedimentato in questi anni.

Dalla società alla conoscenza del nostro bel Paese. Il giornalista, scrittore e viaggiatore Paolo Rumiz ha percorso a piedi, con un manipolo di amici, la prima grande via europea, l’Appia, e ne riconsegna l’itinerario perduto, da Roma fino a Brindisi, nel suo nuovo libro Appia (Feltrinelli Editore). Ascoltando le voci del passato e destando la fantasia degli increduli incontrati durante il viaggio, ci chiama a seguirlo con le gambe e l’immaginazione lungo la via del nostro giubileo, la nostra Santiago di Compostela, della quale viene restituito l’itinerario dopo un secolare abbandono. Da Orazio ad Antonio Cederna (appassionato difensore dell’Appia dalle speculazioni edilizie), da Spartaco a Federico II, prende corpo una galleria di personaggi memorabili e, mentre si costeggiano agrumeti e mandorleti, si incontrano le tracce di Arabi e Normanni. Intanto le donne vestite di nero, i muretti a secco, la musicalità della lingua anticipano l’ingresso nell’Oriente. Per conquistarsi le meraviglie di un’Italia autentica e segreta è necessario però sobbarcarsi anche del lavoro sporco – svincoli da aggirare, guardrail, sentieri invasi dai canneti, cementificazioni, talvolta montagne intere svendute alle multinazionali dell’acqua e del vento – e affrontare la verità dei luoghi pestando la terra. Al racconto sempre attuale e saggio di Rumiz, fanno da contrappunto le mappe disegnate da Riccardo Carnovalini, che ha trovato il percorso sulle carte, nelle foto aeree e sul terreno, e che ha descritto l’itinerario nel libro: un contributo prezioso e uno strumento utilissimo – considerata l’assenza di segnaletica – per chi volesse seguire le orme di questa marcia d’avanscoperta.

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