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Autore: Alessandro Scandale
Ancora un appuntamento con la rubrica che suggerisce le più interessanti letture del momento in collaborazione con l'associazione Amici del Libro
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Presentato con grande successo nei giorni scorsi al Galla Caffè di Vicenza il nuovo libro di Luis Sepulveda, Storie ribelli (Guanda editore). Il noto scrittore cileno che oggi vive in Spagna racconta la sua lunga vicenda umana, politica e civile che ripercorre oltre quarant’anni di storia personale e corale. Pagine in cui affiora il narratore di razza e si affacciano temi come l’amicizia – con Saramago, Soriano, Neruda ma anche il nostro grande artista Tonino Guerra – il ricordo dei maestri, l’impegno per l’ambiente, la lotta per la libertà e per la difesa degli ultimi. Storie ribelli si apre con il racconto dedicato alla memoria di Óscar Lagos Ríos, il più giovane della scorta che quel tragico giorno restò fino alla fine accanto al presidente Allende nel palazzo della Moneda, e si chiude con il testo scritto a caldo in occasione della morte di Pinochet. Nella prefazione Luis Sepúlveda rievoca il momento emozionante in cui gli viene finalmente restituita, dopo tanto tempo, la nazionalità cilena. In una recente intervista, l'autore sudamericano ha parlato dei grandi scrittori cileni e dell’America Latina, raccontando come lui stesso è diventato scrittore e cosa significa per lui la scrittura: “Scrivo perché amo la mia lingua e in lei riconosco la mia unica patria. E poi si scrive per gli altri, si scrive, come diceva il mio amico Osvaldo Soriano, per abitare nel cuore della gente migliore.”

 


Lo stesso luogo ospiterà il 29 settembre la presentazione del nuvo libro di Massimiano Bucchi, da tempo di casa a Vicenza, Come vincere un Nobel (Einaudi). Raccontando la storia e le storie del Premio Nobel, le singolari vicende, controversie e i conflitti legati al piú prestigioso premio scientifico del mondo, i loro riflessi e intrecci con la società, la politica e la cultura, Bucchi riflette sull'immagine pubblica della scienza e sui suoi cambiamenti dal primo Novecento a oggi. Ne esce una singolare e interessante riflessione sul ruolo sociale della scienza, attraverso le storie e i personaggi che hanno segnato il suo premio piú famoso. Dall'appassionante e tormentata vicenda del Nobel a Einstein, ai Nobel clamorosamente mancati; dalle assegnazioni piú discusse alle scoperte premiate in seguito rivelatesi errate; dai premi Nobel che sono divenuti celebrità a quelli quasi completamente dimenticati. Il volume si basa su una ricca e in parte inedita documentazione, frutto di oltre dieci anni di ricerche presso la Fondazione Nobel e l'Accademia Reale delle Scienze di Svezia.L'autore racconta come Nobel trovò sul giornale il proprio necrologio che lo definiva “mercante di morte” per le sue invenzioni (tra cui la dinamite) e il successo delle sue aziende. "Naturalmente c’era un errore e il necrologio era per il fratello morto poco prima, ma quel giudizio così duro da parte dei suoi contemporanei era per lui. Forse anche a seguito di quell’episodio, desideroso di essere ricordato diversamente, con un brevissimo testamento Nobel dette vita al premio mettendo insieme le cose che più gli stavano a cuore: la scienza, la letteratura, la pace.

 

Feltrinelli pubblica il saggio Utopia per realisti del giovane scrittore e filosofo olandese Rutger Bregman, lettura che consigliamo per diversi motivi. Di fronte al rafforzarsi dei nazionalismi, al divario sempre più ampio tra ricchi e poveri e allo stress che il carico di lavoro porta ogni giorno nelle nostre vite, siamo costretti a riconoscere che le nostre aspettative sullo sviluppo liberale della società occidentale si sono drammaticamente consumate, lasciandoci senza utopie e con molte domande senza risposta. Ci si chiede dunque: ha ancora senso nelmondo di oggi la parola Utopia? E in che modo possiamo immaginare il nostro futuro politico, sociale e umano? Secondo Bregman, è arrivato il tempo di ridurre consumi e ore di lavoro: idea certo non nuova, a dire il vero, basti leggere i saggi del nostro Domenico De Masi. Ma anche di aprire i confini degli stati e combattere sul serio la povertà, di concedere a tutti un reddito di base, sottraendolo alle vuote retoriche del dibattito mediatico. Un pensiero utopico, che in Olanda ha dato vita a un movimento per il reddito universale di base, catturando l’attenzione dei media internazionali.

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