provincia di vicenza
Ricerca associazioni indicazione motore di ricerca
Nome Categoria Comune


Culturali
logo associazioni vicentine Letture di storia, passata e presente
Autore: Alessandro Scandale
Ancora un appuntamento con la rubrica che suggerisce le più interessanti letture del momento in collaborazione con l'associazione Amici del Libro
testo normale testo più grande testo molto grande Segnala l'articolosegnala l'articolo Stampa l'articolostampa l'articolo

Il Titanic dei nazisti di Robert Watson (Giunti editore) narra l'assurda vicenda della Cap Arcona, nave di bandiera della compagnia di navigazione Hamburg Süd, seconda per dimensioni solo al celebre Titanic che, prima di essere affondata dai missili della Royal Air Force, ebbe molte vite. Nata come piroscafo di lusso per le tratte sudamericane, viene degradata a caserma galleggiante dopo lo scoppio della Seconda guerra mondiale. Sarà il gerarca nazista Goebbels a restituirle lustro come set per un kolossal sulla tragedia del Titanic, per dimostrare l'incompetenza e la vigliaccheria degli ufficiali inglesi. Ci sono tutte le premesse per realizzare una pellicola memorabile, ma dopo l'insuccesso del film, la Cap Arcona viene nuovamente requisita dall'esercito tedesco e impiegata per il trasporto, attraverso il mar Baltico, di soldati e civili in fuga dall'Armata Rossa; tra questi, migliaia di prigionieri provenienti dai campi di concentramento. Negli ultimi giorni del conflitto le SS, risolute a cancellare ogni traccia degli orribili crimini commessi, decidono di portare al largo il vecchio transatlantico e autoaffondarlo con tutto il suo carico umano. Sarà tuttavia la Raf a bombardare la Cap Arcona il 3 maggio 1945.

 

 

Rimaniamo in tema di guerra, ma stavolta con un passo indietro di un ventennio, con un bel volume pubblicato da Donzelli, Processo a Caporetto di Luca Falsini. Nel centenario della Grande Guerra
Caporetto resta la sconfitta militare più dolorosa ed emblematica della nostra storia nazionale. L’attacco sferrato dalle truppe austro-tedesche la notte del 24 ottobre 1917, nella conca a ridosso di quel piccolo centro del Friuli, lasciò annichilito l’esercito italiano, che dopo i primi aspri combattimenti sbandò e fu costretto alla ritirata. Le divisioni nemiche avanzarono, nei quindici giorni successivi, occupando oltre ventimila chilometri di territorio, senza incontrare se non modeste resistenze. Undicimila furono i soldati italiani uccisi, trecentomila quelli fatti prigionieri; e un numero ancora maggiore di civili fu costretto a fuggire dai territori occupati. L’autore ha potuto per primo studiare documenti inediti nella loro integrità, grazie al ritrovamento di una loro copia completa, custodita tra le carte personali del segretario estensore dei verbali della Commissione. Da questa documentazione si possono trarre nuovi elementi di conoscenza sulle responsabilità degli uomini di governo e dei generali al comando: Cadorna, Capello, Badoglio e Cavaciocchi. Su Badoglio, in particolare, che subito dopo la disfatta era stato addirittura promosso a sottocapo di Stato maggiore, emergono documenti che ne attestano le responsabilità. Falsini riafferma la centralità di Caporetto non solo nella storia della Grande Guerra, ma anche come fattore di accelerazione dell’ascesa del regime fascista.

 

 

Veniamo alla nostra storia più recente con il saggio di Ernesto Galli della Loggia, Il tramonto di una nazione - Retroscena della fine (Marsilio editore). Se Beppe Grillo, con i dovuti distinguo, parlò qualche anno fa di Paese in declino, qui l'autore usa la parola tramonto che sa tanto di esito finale. Galli della Loggia ha raccontato negli ultimi vent’anni la crisi del nostro paese in tutte le sue forme: la politica scossa dalla fine delle appartenenze e dal trionfo dell’antipolitica, la società incapace di conciliare multiculturalità e salvaguardia della tradizione nazionale, i valori cristiani indeboliti sotto il peso di innumerevoli tensioni. Passando in rassegna senza sconti tutti i sintomi di un malessere quotidiano – assenza di visione della politica, ristagno dell’economia, una giustizia piena di ambiguità e dai tempi esasperanti, un sistema d’istruzione in crisi, il divario Nord-Sud che si aggrava - queste pagine restituiscono un impietoso ritratto politico e sociale dell’Italia incapace di essere protagonista del proprio tempo. Una metamorfosi tale da indurre l’autore a una considerazione solo apparentemente paradossale: "Sono nato italiano ma mi viene da chiedermi, a volte, se morirò tale. Nella mia generazione, quella che ha visto la luce durante o a ridosso della guerra, sospetto proprio di non essere il solo che si pone una domanda come questa".

Vai all'archivio delle news archivio news

 • Commenta l'articolo  
Il tuo nome*
La tua e-mail*
Titolo*
Commento*
Privacy(Clicca qui) Accetto privacy
Codice di verifica Riporta il codice
   
 





associazioni vicentine   Ideato e realizzato da Webetico.com webetico.com comunicazione e solidarità
Creative Commons License