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Culturali
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Autore: Alessandro Scandale
Un nuovo appuntamento con i nostri suggermenti di letture di recente uscita, come sempre in collaborazione con l'associazione Amici del Libro
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Perchè in Italia è così difficile cambiare le cose? Cosa rende così bloccato il sistema Italia: la dura realtà dei vincoli di bilancio o precise responsabilità della nostra classe dirigente? Ce lo spiega Roberto Perotti nel suo recente Status Quo (Feltrinelli), una lettura molto interessante che ci aiuta ad aprire gli occhi su diverse realtà a noi vicine. Tutti i cittadini italiani sanno che è difficilissimo cambiare le cose in Italia, soprattutto quando si parla di spesa pubblica, impieghi statali, poltrone. Le giustificazioni di questo stato di cose sono infinite, le ragioni storiche spesso indagate, ma la realtà resta nascosta: come si prendano le decisioni nelle stanze del potere non è dato sapere. Perotti ha frequentato per oltre un anno quelle stanze. E quel che ha scoperto, nel merito e nel metodo, getta una luce del tutto nuova sulle ragioni per cui in Italia è così difficile cambiare. Certo, le riforme non si fanno, o si fanno male, anche per il solito problema degli interessi di parte, ma secondo Perotti il motivo principale è molto spesso diverso: pigrizia intellettuale, mancanza di informazione sui problemi, formalismo giuridico senza molta preoccupazione per i risultati, disorganizzazione, disinteresse dei vertici per i dettagli, e la colpevole illusione che a piccole misure possano corrispondere grandi effetti salvifici. E poi la regola aurea della politica: mai toccare i privilegi esistenti. Da economista, l'autore analizza le cifre, sottrae le questioni alle polemiche politiche, mettendo sotto gli occhi dei lettori la realtà nuda e cruda. Perché, come Perotti dimostra dati alla mano, cambiare le cose si potrebbe. Come? Lavorandoci e impegnandosi a fondo, tutti, nessuno escluso.

Per aiutarci a capire meglio lo stato delle cose ci viene in aiuto un'altra lettura interessante, '80 L'inizio della barbarie di Paolo Morando (Laterza), che racconta di come l’eredità italiana degli amati e odiati anni Ottanta stenti a trovare narratori. Morando ripercorre attraverso un racconto-reportage il decennio più ambiguo: vitale e al contempo feroce. Italians do it better: sono le parole d’ordine lanciate da una maglietta indossata da Madonna, mentre Paolo Rossi diventa il simbolo di un’Italia che vuole lasciarsi per sempre alle spalle stragi e terrorismo. Sono gli Ottanta: gli anni dell’edonismo, dell’arricchimento, quando eravamo un Paese invidiato da mezzo mondo. Gli adolescenti di allora ricordano quegli anni con nostalgia: Nikka Costa, Maradona, Goldrake, gli Europe di The Final Countdown, il tormentone Gioca Jouer, il Cacao Meravigliao di Arbore, Il tempo delle mele, il Ciao della Piaggio, i Puffi, il Tom Cruise di Top Gun. Eppure, a guardar meglio, è il decennio delle mode effimere e classiste, dell’imbarbarimento della politica e della convivenza civile. Di baby pensioni. E debito pubblico al galoppo. Nella Milano da bere ci si spranga per rubarsi Timberland e Moncler, divise d’obbligo dei giovani paninari che alle ideologie preferiscono ‘cuccare’. Mentre si applicano al gioco in Borsa e all’evasione fiscale, gli italiani si confrontano con l’arrivo dei primi ‘vu’ cumprà’. E dagli scontri in piazza tra fascisti e comunisti si passa a quello Nord-Sud, con l’alba delle Leghe. Il libro è stato finalista del Premio Estense 2016.

Stefano Lorenzetto e Massimo Gandolfini firmano per Marsilio l'Italia del Family day - Dialogo sulla deriva etica con il leader del comitato Difendiamo i nostri figli. Chi è, che cosa vuole e fin dove è disposto ad arrivare Massimo Gandolfini, il presidente del comitato Difendiamo i nostri figli, comparso all’improvviso all’orizzonte dell’Italia con il Family day? E perché ha sfidato il premier Matteo Renzi? Questo movimento di popolo diventerà un partito, come accaduto al Movimento di Beppe Grillo? Neurochirurgo specializzato in psichiatria, direttore del Dipartimento di neuroscienze per la chirurgia testa-collo nell’ospedale Poliambulanza di Brescia, consultore vaticano per l’esame dei miracoli che hanno portato sugli altari Madre Teresa di Calcutta, Giovanni Paolo ii, Elisabetta della Trinità e Charles de Foucauld, il professor Gandolfi ni ha cambiato vita dopo l’incontro con Francisco Argüello, detto Kiko, lo spagnolo fondatore del Cammino neocatecumenale. In questo libro dice la sua sulla deriva etica che l’ha costretto a portare in piazza oltre 1 milione di italiani: unioni civili, utero in affitto, adozioni gay, omosessualismo, teorie gender. E racconta per la prima volta di sé e dei sette figli che ha adottato perché non poteva averne di suoi, tre dei quali sarebbero morti se Gandolfini e la moglie, medico come lui, non li avessero accolti e curati con la loro scienza in una casa che è a un tempo famiglia e ospedale.
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